Ugo dal giallonero della TT Modica all'azzurro delle Aquile milanesi

Francesco Ugo, in una foto del 2017

Francesco Ugo, in una foto del 2017

Ha 25 anni come la nostra società... Nasceva, insomma, Ciccio Ugo proprio nei giorni in cui don Alibrandi fondava la TT Modica.
Sarà anche per questo che Ciccio è #giallonero nel DNA: appassionato, entusiasta, sempre pronto e disponibile a fare due tiri, un allenamento, una partita, un torneo.
Per questioni di lavoro, però, da settembre, Ciccio si è dovuto trasferire a Milano, lasciando casa, famiglia, affetti e... compagni di squadra. In poche settimane, tuttavia, è riuscito a trovarne altri (di amici e di compagni di #pingpong). E qui ci racconta come va la sua nuova vita milanese e la sua esprienza di tennistavolo lontano da Modica
 

Buongiorno, Francesco. E grazie per aver accettato di raccontarti agli amici #gialloneri della TT Modica. Cominciamo col chederti come sta andando la tua nuova vita a Milano. La città risponde alle tue aspettative? Cosa ti manca di Modica e della Sicilia?
Ciao a tutti. Allora: la vita a Milano, al momento, sta andando bene. Nel senso che sono riuscito a costruire una routine giornaliera - tra impegni lavorativi e svago - che mi permette anche di fare certe esperienze che a Modica sicuramente non mi erano possibili. Quindi, sì: direi che la grande metropoli lombarda risponde alle mie aspettative. Soprattutto lavorative: sono un consulente informatico di business intelligence, una figura specializzata che nelle aziende di Modica non esiste ancora. Questo non vuol dire però che la mia città - casa mia - non mi manchi. Anzi: sento molto la nostalgia dei miei concittadini - il loro calore, la loro passione - del mio gruppo di amici e, naturalmente, della mia famiglia.

Parlavi di svago, dentro la tua routine.  A livello sportivo, come ti stai trovando? Sei riuscito a scovare una società di tennistavolo dove poterti allenare, tesserare e giocare?
Le opportunità che una grande città riesce a offrirti le vedi anche in questo: in pochissimo tempo sono riuscito a trovare una società con costo di iscrizione relativamente moderato (ci sono società con costi spropositati), buona qualità nel training, nella figura dell'allenatore e nei compagni di corso. Per la stagione 2022/23 sono quindi tesserato con le "Aquile Azzurre" e ci alleniamo al PalaBovisa, anche se le partite di campionato le giochiamo nella palestra del Liceo Carducci in zona Loreto.

Hai già partecipato a qualche gara? In campionato o in un toreno singolare?
Sì, mi sono già testato e sono già sceso in campo: 3 partite nel campionato di Serie D2. In Lombardia c'è una categoria in più, la D3 (che corrisponde alla D2 siciliana). Ho scelto questa categoria perché con allenatore e compagni abbiamo verificato che questo è il campionato adatto al mio livello. E in effetti, mi sto trovando bene: la mia squadra Aquile Azzurre Young Eagles al momento viaggia in testa alla classifica, con 1 sconfitta e 2 vittorie.

Ci dicevi della Serie D3 che in Sicilia non c'è. Come valuti il livello atletico e tecnico dei pongisti che  hai conosciuto e incontrato?
Una cosa che ho notato, in queste prime gare, ma anche durante le sedute di allenamento, è che da queste parti, rispetto ai tornei o ai campionati siciliani, per me è più difficile fare punti perché già in categorie più basse si punta a sviluppare uno stile di gioco offensivo. E io, giocatore di controllo, all'iinizio ho avuto molte difficoltà. Questo, tuttavia, lo considero un punto a favore della mia esperienza milanese che, sono sicuro, mi permetterà di migliorare anche in fase offensiva.

A livello più generale, da ingegnere analitico, hai rilevato differenze sostanziali tra il tennistavolo "al nord" e quello del sud est siciliano?
La differenza che mi è subito saltata agli occhi è, rispetto al sud, la quantità di persone iscritte alla società ma che non prendono parte ai campionati agonistici. Da ingegnere, porto un esempio numerico: io faccio 2 allenamenti a settimana. In questi 2 giorni ci sono 4 fasce orarie per gli allenamenti, occupate da circa 15 persone, e 3 fasce su 4 sono dedicate ai non agonisti.

Anche la fase del training è diversa? 15 persone significa almento 6 tavoli sempre occupati...
La struttura delle sedute è simile a quelle che facevo a Modica. Ho notato, diciamo, una diversa attenzione: gli allenamenti sono organizzati dall'allenatore che segue tutti, affida gli esercizi, gira sempre tra i tavoli e stabilisce gli accoppiamenti, cambiandoli più volte durante l'allenamento.

E la presenza di atlete femminili?
Proprio come dicevo prima: la mia nuova società ha un numero di iscritti elevato e la presenza femminile è di molto maggiore rispetto a Modica. Ma, soprattutto, tra i non agonisti. Ragazze e donne che scelgono il tennistavolo come attività fisica, per tenersi in forma, per star bene, per divertirsi. Anche senza gareggiare. Come se facessero - che so - running, pilates, pesistica...

Sfatiamo un luogo comune: il calore del pubblico, che viene a vedere la partite, è simile a quello modicano? Non è poi vero che al nord sono tutti freddi, distaccati...
Sì, direi di sì. Il pubblico c'è e partecipa. Attenzione: stiamo sempre parlando di uno sport "minore" (non di calcio, volley, basket...), ma la mia esperienza, in Serie D2, è simile a quando giocavo in D1 a Modica e zone limitrofe. A fare il tifo ci sono sempre qualche familiare o qualche amico. Qualche presenza in più - sportivi, appassionati, curiosi - per le categorie superiori.

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